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      Qua dunque la mano: tutti! tutti! Procediamo uniti in bell'ordine; procediamo alla conquista della libertà, carichi il piè di catene, ma viva Dio! ricchi il cuor di speranze. La nostra causa è giusta, e il Cielo la benedirà: perchè chi difende il suo tetto, il suo campo, i suoi cari, le tombe dei suoi poveri morti, chi difende il suolo che nascendo gli fu da Dio compartito, ha ragione sempre! L'Europa che incivilimmo, e che si era dimenticata di noi, ora si accorge che noi pure esistiamo, e ci guarda. Combattiamo dunque come i nostri avi Latini combattevano, quando eran poveri, quand'eran grandi; combattiamo colle armi, colla concordia, colla virtù, coll'affetto; e quando l'ultimo soldato nemico avrà rivalicate le Alpi, come oggi preghiamo per chi soffre, pregheremo allora, e a mani giunte, per chi ha fatto soffrire. Ma prima che sia spuntato quel giorno, ricordiamoci la rapina che tante volte fu fatta degli averi nostri; ricordiamoci l'ingiurioso strisciar delle sciabole nemiche sopra i selciati delle nostre città; ricordiamoci le lunghe lacrime di chi langue in carcere o in esilio; ricordiamoci il sangue che gronda da tanti patiboli; ricordiamoci il fischio della sferza che flagellò le carni e l'anima a tanti nostri fratelli.
      Firenze, 15 Dicembre 1859.
      Giovanni Frassi.
      A CHI LEGGE.
      Una gran parte delle Lettere di cui si compone questo Epistolario è tratta da abbozzi trovati fra le carte del Giusti, i quali spesso sono rimasti interrotti e spesso senza data e senza direzione. Ecco perchè molte si troveranno senza indicazione di sorta.


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





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