Pagina (105/416)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Dal lato sinistro, rocce quasi nude e sporgenti sul capo, e combinazioni di luce e di prospettiva, da incantare pittori e non pittori, purchè abbiano occhi da vedere e animo che accompagni la vista. Questa bella strada nella notte terribile era stata corsa quant'era lunga e larga dai cavalloni del fume, che avea traboccato nei campi di là, portando travi e capanne e cadaveri di uomini e di bestiami, sorpresi miseramente dalla furia delle acque. A Fornoli un ponte portato via di netto; poche miglia sotto rotta e ingoiata la strada per un quarto di miglio: per tutto poi scassinati i muraglioni; e scamozzate le spallette degli argini e dei ponti. Il solo ponte di Decimo, nuovo, assai bello ed elegante, intatto; quello a Moriano invaso e danneggiato insieme al paese dello stesso nome, nel quale ci fu fatto notare, dove portato via uno sporto di bottega, dove una porta di casa; qua fracassata una mezza finestra, là un pian terreno allagato e vuotato di utensili e masserizie. Il ponte della Maddalena, famoso per antichità, per costruzione e per favole, provò anch'esso che molti secoli di vita non assicurano una povera opera mortale dall'insulto delle intemperie.
      Il mio compagno, al primo vedere da lontano quel Ponte, mi diceva: vedi, quelle arcate basse paiono aggiunte dopo; l'arcata ultima dalla parte di là è tanto più alta; forse è l'antico ponte, ed è a tutto sesto. Credo che mi dicesse altre cose importanti, ma io ero fisso in un paragone che mi venne fatto di quel ponte con una giraffa, e compiacendomene perdei mezza la lezione architettonica dell'amico.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





Fornoli Decimo Moriano Maddalena Ponte