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      La prima e la seconda in terzine, l'altra in ottave; non perchè io creda questo metro accomodato alla satira, ma perchè m'è venuta fatta così. In questa mi spiace la soverchia acerbità, ma fu scritta in tempo di vera indignazione, e, quel che è più, sentita vivamente. Eccogliene la seconda ottava:
      Vedi a contrasto i titoli e la fame,
      Patricia veste ed anima plebea,
      Italo fumo e nordico letame,
      E di croci vendemmia e diarrea:
      Cocchier, ministri, venturieri e dameCalcare i quarti in danza priapea;
      Scartato il savio qual zizzania o loglio,
      L'usuraio agli onor del Campidoglio.
      E presso a poco tutte di questo conio o buono o cattivo che sia. Quella contro i falsi Liberali, chiacchiera forse un po' troppo, ma le idee, i fatti sono tutti del giorno, ed è per questo che ha fatto ridere. Vi ho incastrato un apologo al modo dell'Ariosto, che pare sulle prime del tutto estraneo al subietto, e inteso piuttosto a deridere il gusto strampalato dei drammi del giorno; ma il modo di riaccozzarlo agli antecedenti, perchè appunto riesce nuovo e bizzarro, sparge, per quanto m'accorgo da chi l'ascolta, una certa vivezza sulla chiusa, e mi fa perdonare quel salto improvviso. Quella pe' Letterati non è per ora che uno schizzo, non ha capo nè coda, ma l'avrà, e può essere che acquisti qualche nemico al suo signor padre. Il mondo peggiora è piuttosto uno scherzo che una satira; ma io ho voglia di elevare (se m'è permesso dirlo) un poco questo genere di poesia, e quasi redimerlo dalla pena non sua, che lo ha condannato ab antico a chiacchierare inutilmente.


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





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