Ma dall'altro canto il trovarsi di balla con tutti non sarebbe peggio? E quando per istare a livello coi più bisogna potarsi continuamente, non è meglio lasciare andare i rami fin dove vanno? Il male è che per lo più uscire dalla guisa comune è lo stesso che uscire di strada; ed è cosa difficilissima tenersi lontano dalla gente senza scostarsi dalla ragione. Tanti gufi chiarissimi, rintanati dal mondo e di vita e d'intelletto, che hann'eglino fatto di buono? Miseremini mei, miseremini mei, saltem vos amici mei. Aiutatemi a stare su questa terra in modo da non fare un ruzzolone nella mota, nè tuffare la testa nelle nuvole: dico a le, a Thouar, e agli altri della brigata. Oramai che mi son messo per questa via vorrei uscirne a bene, vorrei che si dicesse quando non ne potrò più o quando sarò cascato morto: — Ha fatto quello che ha potuto senza viltà e senza presunzione: nel tempo dell'inutile magniloquenza ha tentato (diciamolo in francese) d'utilizzare la chiacchiera; se l'ha gabbato l'ingegno, non l'ha gabbato la coscienza ec. ec. — Vedi che superbia! Con questo discorso io, in sostanza, faccio vedere di sperare che si parlerà di me e avanti e dopo la bara: mi ci avete avvezzato voi altri con dirmene tante; ma con tutta la voglia che ho di fare un buco nel futuro, non mi s'è ancora intasato l'orecchio alle prediche della coscienza. Così barcollo e passo la vita tra l'ambire e il riconoscermi; e ad ogni atto di boria si sfila dietro un atto di contrizione. Qua, dove son meno cercato, ricerco più me stesso: costà tento di sapere, e qua d'impararmi; forse non mi riuscirà nè l'uno nè l'altro.
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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze 1863
pagine 416 |
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Thouar
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