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      In seguito occuparci dei giovinetti, e ad introdurre altre utili cose; e prima di tutto una cassa di risparmio, allo stabilimento della quale ormai vergognosamente saremo gli ultimi in Toscana.
      Per la qual cosa, mio caro Piero, voi avrete la bontà d'insegnarmi come fare i primi passi, e come contenermi col paese e col governo. In quanto al paese sarei d'opinione che si dovesse tentare e combinare la volontà dei buoni prima che se ne avesse sentore altrove; interessare in questo l'animo delle donne come si è fatto per tutto con tanto profitto, quindi farsi forti costà, e in fine avventurarsi. Ma senza l'opera vostra e dei vostri colleghi è impossibile a noi d'andare avanti, nuovi del tutto in queste cose: nè il buon volere senza la pratica può condurci a nulla. Mi sarebbe indispensabile per ora sapere a quanto può montare la spesa d'un asilo per le bambine, perchè io possa vedere quanti mi abbisognerebbero per accumularne i mezzi.
      Spero che vorrete pensare a noi e parteciparmi le vostre vedute, delle quali sto in grandissimo desiderio; perchè sono impaziente di dar mano a quest'opera, alla quale mi muove la trista esperienza fatta di una pessima educazione, l'utile del mio paese. e il desiderio di far cosa grata al nostro Comune e al mio cuore.
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      Quando si tratta d'un'istituzione, per il buon esito della quale si vuole impiegare non tanto il lume della mente quanto la bontà dell'animo, è necessario chiamare in aiuto quegli esseri che ci rendono cara l'esistenza con l'amorevolezza, con la tenera sollecitudine che sanno porre in ogni cosa che riguarda le persone amate da loro.


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





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