Avrei bisogno di sproni, e qua l'inno del giorno è lo sbadiglio. In questo momento, per dirne una, sono un vero sonnambulo, e da tre o quattro mesi a questa parte vivo in una sdraiata melensaggine, che se mi durasse sarei aggiustato per il dì delle feste. Dovetti per un mese occuparmi di studi legali tanto per scroccare il titolo d'avvocato, come scroccai quello di dottore (sic voluere priores), e non le so dire che ninna nanna è stato per un cervello così bisbetico e recalcitrante, non dirò lo studio, ma una lettura svogliata del Codice e del Digesto. Da quegli assiomi perpetuamente allegati, e traditi sempre, da quelle pagine fredde, me ne veniva un cimurro alla testa che dura tuttavia, e si scioglierà Dio sa quando. Ma lasciamo là questi discorsi; un giorno o l'altro mi sveglierò, ed ed ella già me ne porge occasione con le sue cortesie.
Siccome so che non tutto può passare in quelle mie coserelle, ci sarebbe modo che Ella mi facesse avvertito su questo rapporto? Io gliene sarei tenuto moltissimo, e vedrei di profittarne per quanto mi fosse possibile. Già o bene o male ho mutato in molti punti l'ultima che le detti; per l'altra vo più lento perchè ho gran paura a rimetterci le mani. Pure se Ella mi favorisce le sue osservazioni e quelle degli altri, procederò con più coraggio di quello che non farei dietro una semplice lode.
Basti di me, ed è anco troppo. Credo che Ella sarà ora in un continuo esercizio per le sue fatiche tanto della penna quanto del pennello, e beato lei che oramai va franco e sicuro con l'uno e con l'altra.
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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze 1863
pagine 416 |
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Codice Digesto Dio
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