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      e qui, come altrove e in altre età,
      Superbia, invidia e avarizia, sonoLe tre faville ch'hanno i cuori accesi.
      Farò i tuoi ossequi e i cari saluti come desideri. Fai buon viaggio, e ricordati di me, come io mi ricorderò sempre di te, aspettando il momento di rivederti e di starmene teco.
      Un abbraccio, un bacio e addio.
      35.
      A . . . . Tommasi.
      Firenze.....
      Gentilissimo signor Tommasi.
      Il Barsotti mi ha portata la sua lettera cortesissima che io aspettava con molto desiderio. Da questa, e da ciò che mi dicono alcuni nostri amici comuni, rilevo che ella vede di troppo buon occhio me e le cose mie. Io le son grato di questo, tanto più che la conosco per uomo sincero, ma non posso acquietarmici in tutto. Lasciamo là queste proteste, acciò non le paia arte monastica la poca fiducia che dico d'avere in me medesimo, e parliamo più strettamente del fatto nostro.
      Per non mostrarmi duro e villano alle molte richieste del Professor Pacini, essendo in Valdinievole nel settembre dell'anno passato, mi risolvetti a mandargli quelle bizzarrie. Ma lontano dai miei libri e dai fogli, scrissi a memoria senza risovvenirmi di molte variazioni fatte, segnatamente nel Preterito più che perfetto ec. Nel rimuginare gli scartafacci che ho qui in Firenze, ritrovai la copia rabberciata, e mi pare di non avermi a pentire dei pentimenti. Mi lasci qualche altro tempo per farci poche correzioni che ora non mi vengono, e poi questa sarà la prima cosa che le farò avere. Poi ho raspato qualcosa di nuovo come le avrà detto Ghivizzani, ma son pasticci che hanno bisogno di molta fatica per potere esser messi in tavola anco agli amici.


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





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