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      Tu ne leverai le gambe perchè hai nella testa la lanterna magica delle bizzarrie: se avessero cercato una zucca recalcitrante, come sarebbe la mia, stavano freschi perdio. Ci sono alcuni ai quali se dai un soggetto, fanno quel che fa l'acciarino sulla pietra focaia: a me è lo stesso che mettermi in una rete. Ci crederesti? Sono imbrogliato a suggerirti la destinazione del naso e del cuore, giusto appunto perchè me l'hai chiesta. Oltra a ciò quella restrizione da potersi stampare, m'ha finito d'impastoiare. Dispensamene per questo corso di posta; se per quest'altro ordinario mi verrà qualche idea, te la comunicherò. Mi piace il tema.
      Io avrei cento cose da fare, ma concludo poco. Già, sono incontentabile; e poi non è sempre festa, nè tutte le ciambelle riescono col buco. Mi fanno ridere certuni che dicono fai fai e non fanno mai nulla. Si fa presto a dir fai, ma dal detto al fatto c'è un gran tratto. Tutto quel po' che avevo raspato, o per un verso o per l'altro, o per amore o per forza ho dovuto darlo via. Mi fa piacere di vedere che qualcuno desidera quelle corbellerie, ma il troppo mi secca, tanto più che voglio correggere e mutare a modo mio, senza sentirmi quel f..... stava meglio prima, che si dice più per averci fatto l'orecchio, che per sapere come va fatto. Tiriamo via.
      Ho gran voglia di dare una scappata costà dopo sei anni e mezzo di lontananza. Intanto addio.
      48.
      A Pietro Giordani.
      6 novembre 1840.
      Gentiliss. sig. Giordani.
      Dacchè ebbi il piacere di conoscerla non mi son fatto più vivo con Lei, ma ho sentito sempre un desiderio vivissimo di riavvicinamento in qualche modo.


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





Pietro Giordani