Nell'inverno vanno in Maremma uomini e donne, ma di queste meno, gli uomini quasi tutti. Molti vanno per la caccia delle pénale che sono lacci di crino di cavallo. Prendono dai proprietari di laggiù un'estensione maggiore o minore di bosco pagando un tanto, e quei corbellini di merli e di tordi che arrivano d'inverno su tutti i mercati della Toscana, son presi da questi tali. M'hanno detto che in due o tre mesi riportano a casa trenta, quaranta e cinquanta monete, tolte le spese. La popolazione è sana, di lunga vita, bella, specialmente le donne che spesso sono d'una freschezza da mettere in convulsione. L'indole mi par buona, o sia che non abbia avuto tempo di conoscerla, o che la pianura m'abbia avvezzato a peggio. Sono accortissimi però, inclinati al giuoco, e vantaggiosi nel contrattare. Questi due proverbi lo dicono:
Montanini, scarpe grosse e cervelli fini.
Montanini e gente acquatica, amicizia e poca pratica.
Parlano con un po' di cantilena, diversa quasi in ogni paese, ma una lingua schietta, vispa, che sa d'antico; e per dimandarti se l'aria di montagna ti si confà, o se tu o i tuoi state bene, dicono: È fiero in questi monti? a casa son fieri tutti? Se dici loro d'aver fatte molte miglia scarpa scarpa, ti dicono: Oh! è valente lei a piedi. Dicono forbilo per puliscilo, malestro per danno, non ci prova per non ci alligna o per non ci frutta gran cosa, è un di più per è inutile, bastracone per giovinotto grande e da fatica, chiamano l'apoplessia morte subitana, dicono anco subitano l'uomo di prim'impeto, e così via discorrendo.
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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze 1863
pagine 416 |
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Maremma Toscana
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