Nel tempo che raccontava alla moglie la sua disgrazia, e che questa si scapigliava e lo rimproverava d'esser venuto via senz'altro, eccoti che sentono i sonagli all'uscio, aprono, e sai? era il mulo sano e salvo coll'olio e tutto. Questo caso l'attribuiscono a miracolo e lo narrano come un gran che, e ne hanno appeso il voto alla Madonna. Che disgrazia è la nostra d'aver questo eretico di criterio! chè il mulo lasciato in quello sprofondo in balía di sè, era alla meglio risalito nella strada e tornato alla stalla, come fanno tutte le bestie domestiche! Ma quest'altra è più strana. Un tal giovane Jacuzzi di Pistoia (citano nome, paesi e millesimo) vide nel campo di Juro (dove ristorò l'Oranges) una bellissima serpe; e tanto fece che l'ebbe presa, le cavò i denti e la teneva per casa, cibandola di semola e facendone il suo divertimento. Non si sa come, se per sbadataggine, o perchè credesse che le serpi non bevessero, non le dava mai da bere, e così la teneva, quando cominciò a sentirsi male, a dimagrare, e le medicine non bastavano. Cosi andò per un anno, fino a che consultato il parere d'alcuni medici (e qui ficcano il Camici e il Vaccà) vennero a sapere la cosa della serpe, e lo consigliarono a riportarla dove l'aveva presa. Il giovine lo fece, ma non l'ebbe messa in terra che si fece un gran temporale, e cominciarono a piovere saette e grandine che pareva scatenato l'inferno. Domandammo: Di certo la serpe era o un diavolo o qualche anima dannata di que' soldatacci dell'Oranges?
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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze 1863
pagine 416 |
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