Se la stampa fosse un po' più libera, potrei forse mostrarmi grato alla sua cortesia con qualche cosa di più, ma le mie ridenti malignità (così chiama i miei scherzi un umanitario idrofobo nostro paesano) nascono tutte col peccato originale, e ogni battesimo le sciupa più di quello che sono.
Avrei avuto moltissimo piacere ancor io di conoscerla da vicino: spero che l'occasione favorevole per sodisfare a questo desiderio, non tarderà a tornare.
Ha fatto bene a senso mio a non voler traduzioni. Quelle specialmente dal Tedesco, e dall'Inglese, se si eccettuino i Romanzi di Walter-Scott, e qualche libera versione di Shakspeare e di Schiller, le credo fatte apposta per annuvolare la testa a noi Italiani, ai quali il clima dolce e il cielo sereno ispirano pensieri e fantasie a loro immagine e similitudine. Oltre a questo, credo che le versioni non possano riuscire nulla di buono, se chi le fa non è capace parimente di comporre un libro originale del genere di quello che prende a tradurre; perchè se a quel dato libro non ci ha l'animo, non ci avrà neppur la mano, che ha bisogno per farsi valere di andar d'accordo coll'animo. E poi una Strenna deve offrire i frutti del proprio paese e non imitare molti che posseggono giardini, i quali, per esempio, trascurano la piantazione dei nostri nespoli che le fanno grosse e saporite, per la smania d'aver quelli del Giappone che le fanno piccole e agre.
Aspetto con ansietà i Rispetti dei quali la prego per quanto posso a continuar la raccolta. Ecco quello che dà il nostro voto: questi non sono fiori di stufa ma naturali e spontanei; felice la terra che li produce!
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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze 1863
pagine 416 |
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