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      Fra' miei libracci ne ho trovato uno che contiene una Commedia intitolata: Desiderio e Speranza Fantastici. L'Autore è del 1607 e dedica la sua produzione ad un personaggio de' suoi tempi che nel dire e nel fare doveva essere presso a poco della vostra taglia. Io, che nel fare e nel dire mi sento della forza di quello scrittore, ho pensato di rubargli la Dedica, e mutato nomine applicarla a voi. Hoc præposito, incomincio.
      «Ecco, N. N., che io vi dedico e dono i miei N. N. talmente sbalorditi da chi dice una cosa di loro e chi ne dice un'altra, che ne vengono alla vostra volta per uscire in luce sotto la vostra chiarezza in guisa della Cerva di Cesare, che solamente essendo scritto nel suo collare Cæsaris sum, non era alcuno ardito di molestarla. E perchè son sicuro che la diversità degli umori umani è tale e tanta che chi la vuole allesso e chi arrosto, mi basta che fra tutti quelli che li leggeranno e faranno maturo giudizio e notomía del subietto, uno solo se n'abbia a compiacere. E mi reputerei felicissimo se Voi foste quello, sappiendo che per andare a fagiolo ad un pezzo d'uomo come voi e' ci vogliono altro che baie. Nè qui voglio sprofondarmi e immergermi nel profondo oceano della chiarezza e generosità di Voi e de' vostri antenati, chè più presto trattando di loro li offuscherebbono, sì come tacendo restano nella loro limpidezza, ed in particolare da una bocca scilinguata come la mia. Solo dirò che in un tempo come questo, nel quale le cose mondane sono per lo più tagliate a Luna Aristarca, m'è necessario gettare nel porto l'áncora e dare il cavo e ormeggiare la mia debole barca: ove impeto di venti, nè procella per i miei . . . . non temo.


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





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