Il vario racconto di tante cose magnifiche, di tante azioni belle e stupende, ti alletterà, ti esalterà grandemente, e sempre più ti farà innamorare della virtù. Avverti però (perchè io voglio consigliarti ma non illuderti) che entrato nel mondo non troverai gli uomini simili a quelli che sono descritti in quel libro. Non che non possano essere o che non siano mai stati tali; ma la cagione di questa differenza tra quelli e noi, la saprai e la vedrai da te in età più lontana; per ora pensa a piegare i ginocchi davanti a tutto ciò che ha aspetto di virtù e di grandezza.
Qui chiedo tutta la tua attenzione. Chi si dà allo studio si prefigge uno di questi tre fini:
1° O il guadagno,
2° O la gloria.
3° O la sodisfazione dell'animo proprio.
Come t'ho detto di sopra, tu non hai bisogno di studiare per trarne guadagno, e ringraziane Iddio che così t'ha salvato dal pericolo di macchiarti l'animo e l'ingegno. Perchè questo scopo, vile di per sè stesso, il più delle volte invilisce il cuore e la mente di chi se lo propone, e volge in veleno il cibo salutare della scienza. Non vorrei che ti lasciassi tanto allettare neppure dalla gloria. Sei ancora bambino e non puoi sapere il lato amaro di certe cose che hanno bello e soave l'aspetto; ma io te ne dirò quello che potrò per tenerti avvisato. La gloria è un sogno che alletta potentemente gli animi di tutti, specialmente dei giovani, ma è cosa incerta e fallace come tutte le altre che dipendono da noi, fallaci e miseri come siamo. Tu non l'hai ancora veduto, e buon per te, ma io ho veduto questa gloria negata al merito che non sa abbassarsi, e largamente profusa agli asini codardi che volentieri si strisciano nel fango, o davanti ai pochi potenti che temono e comprano, o davanti alla moltitudine sempre cieca, e sempre voltabile.
| |
Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze 1863
pagine 416 |
|
|
Iddio
|