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      Chi ha vera virtù non la porta in trionfo, e poiDanari e santità, metà della metà.
      . . . . . Credo, nonostante tutto questo, che vi siano persone capaci d'ispirare, d'apprezzare e di sapersi conservare un vero amore; ma son corvi bianchi, e, inciamparle è un vincere al lotto. Addio, ho chiacchierato assai. Saluta gli amici.
      77.
      A Giuseppe Montanelli.
      Mio caro Beppe.
      Ho dati i miei versi a tanti che me gli hanno chiesti per chiedermeli, e che hanno detto bravo perchè o in un modo o nell'altro che dicessero, era lo stesso per loro e per me; pensa se posso esitare un momento a darli a te, amico e quasi fratello dell'adolescenza, a te che hai scritte tante cose carissime, che mi puoi far lieto e sicuro con un sorriso, e ammonire e correggere col silenzio. Eccoti La Terra dei morti, che scrissi nell'aprile passato in un momento d'ira che m'era saltata addosso contro le ingiurie oltramontane. Per me sarebbe tempo che una volta per sempre finisse questo punzecchiarsi di nazione con nazione, perchè in fondo ciascuna ha il suo bene e il suo male, e facendo i conti, chi sa chi n'andrebbe al di sotto: ma quando le vogliono gli vanno date, e chi si sente scottare, tiri a sè i piedi. Certo se penso che è la marmaglia dei vagabondi e dei giornalisti quella che stuzzica il can che dorme, sdegnando di ferire così basso, non vorrei avere scritti questi versi; ma oramai il dado è tratto, e poi se dovessi badare alla gente che ho dovuta avere tra le mani, dovrei piantarle in bucato ogni giorno. La Scritta non te la mando perchè non è ripulita come vorrei, e perchè non finisco di contentarmi.


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





Giuseppe Montanelli Beppe La Terra Scritta