Vidi Orlandini e lo pregai di salutarti caramente, invidiandogli il bene di poter passare qualche ora con te. Spero che l'avrà fatto, e che nei vostri discorsi sarà entrato qualche volta il nome d'uno che v'ama e vi stima profondamente.
Saprai che il Libri professore a Parigi ha acquistato alcuni manoscritti di Napoleone, e tra gli altri un trattatello di geografia fatto da giovanetto, il quale finisce con queste parole: Sant'Elena, piccola isola. Nota bene che la pagina termina a mezzo, e che dopo vi sono parecchi fogli in bianco. Pare un sogno! Se il grand'uomo quando era là su quello scoglio infuocato avesse potuto rivedere quegli scritti, egli che pendeva al fatalismo, chi sa come si sarebbe sentite fremere tutte le potenze dell'anima. Perdio è una cosa che dà alla testa anche a me.
109.
A Giovan Pietro Vieusseux.
Mio caro Vieusseux.
Lessi avidamente due articoli del Ferrari, avidamente per le cose che discorrevano, avidamente perchè v'era roba anco per il mio signor me (vedete che vi parlo col cuore in mano). A dirvela sincera non posso lodare una franchezza, che starà benissimo a Parigi, ove si pubblica il Giornale, ma che nel passare le Alpi può doventare una specie di delazione, o almeno servire di svegliarino a chi governa addormentando, o facendo vista di dormire. Questi esuli, Pietro mio, questi esuli vogliono essere la rovina di parecchi. Non ve lo dico per me, che oramai ho gettato il guanto a conto mio, ma per quei tanti che hanno avute le mani in pasta temporibus illis, e che bisognerebbe lasciare nel silenzio per non rimetterli nelle péste.
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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze 1863
pagine 416 |
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