Mi creda pieno di stima e di considerazione.
120.
A Giuseppe Giusti.
Milano, 11 ottobre 1843.
Pregiatissimo Signor Giusti.
È già un pezzo che, innamorato come io sono delle sue bellissime poesie, che ci capitano di quando in quando, e facciamo a rubarcele, desiderava ardentemente di poterle in qualche modo manifestare quell'alta stima e quella viva simpatia che m'hanno fatto nascere per Lei. Tante volte son già venuto al punto di pigliar la penna per iscrivergliene, ma me ne trattenne sempre un certo qual pudore: però che non avendo nessuna entratura naturale, mi pareva di fare un atto di troppo incomportabile orgoglio, presentandomele innanzi così di secco in secco, per dirle: Sappia V. S. che io sono un suo ammiratore. Che bella novità da venir a contare ad uno che ne ha tanti, quanti sono quelli che intendendo la nostra lingua, hanno il bene dell'intelletto!
Ma ecco che la di Lei gentilezza viene inaspettatamente ad aprirmi una via liscia ed agevole, per far quello che non presumeva di poter fare senza una troppo imprudente confessione di superbia. Quanto preziosa mi sia riuscita quella perla del Re Travicello, che mi venne per di Lei commissione regalata dall'amabilissima signora marchesa D'Azeglio, potrà agevolmente raccoglierlo da quel che le ho detto: l'averla poi autografa, il trovarvi sotto il di Lei nome, con parole di sì cortese benevolenza a mio riguardo, me la rendono anco più cara, e l'assicuro che la misi in serbo come un tesoretto, tra i pochi autografi che possedo.
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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze 1863
pagine 416 |
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Giuseppe Giusti Signor Giusti Sappia V Re Travicello D'Azeglio
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