Ora a lumi spenti, su' Altezza č sempre fuori a bighellonare, l'arcivescovo č rientrato e credo che stia sul punto d'adunare il Sinodo Diocesano per ribenedire Lucca infettata di scienza.
Il Cini le avrā spedita la lista degli Scherzi che sono veramente miei; almeno gli raccomandai di rammentarsene, premendomi di non essere fatto bello delle penne degli altri, specialmente costā, nč pių brutto di quello che mi fece la mamma, dalle stramberíe di Tizio e di Caio. Qua non iscappa fuori sonetto nč epigramma abbaiato alle gambe di questo o di quello, che non lo appiccichino subito a me, e cosė mi tocca ad asciugarmi le odiositā attizzate dagli altri, ed č un vero miracolo se non inciampo qualcuno che me le traduca sulla groppa a suono di legnate: sarebbe bella!
Mi scordava il meglio. Rispondendo, badiamo bene di non scrivere nel dialetto milanese e molto meno in francese come disse voler fare. Scriva come scrisse l'ultima volta nella nostra lingua comune, che Ella sa benissimo, nč creda che io accetti come moneta corrente la scusa che mi fece. E poi, o che son doventato un pedante? Al vedere, tutti gli altri popoli dell'Italia tengon noi Toscani per una mano d'appuntatori di vocaboli; colpa forse di certi chiarissimi pettegoli, che in questi ultimi tempi sono andati a rinfrancescare le liti risuscitate dopo quella rovina della restaurazione, epoca di noia, di dispetto e di sonniloquio per chi era assuefatto da qualche anno ad aver ogni giorno tra mano un eroe comodissimo da celebrarsi a tempo avanzato e a un tanto il braccio, e che a un tratto, per quelle mutazioni non aspettate, si trovava fuori d'estro e d'impiego.
| |
Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze 1863
pagine 416 |
|
|
Altezza Sinodo Diocesano Lucca Cini Scherzi Tizio Caio Italia Toscani
|