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      Perdei uno zio carissimo che non m'è uscito, nè m'uscirà mai dall'animo; fui assalito da un gatto idrofobo, che mi messe sull'undici once di morire arrabbiato (vedete che morte per uno che si diletta di ridere!); e ora poi, in conseguenza dei disturbi avuti, mi trovo quasi tra letto e lettuccio, nè so trovare il verso di riavermi. È vero che non si deve presumere di passarle tutte lisce, ma s'intende acqua e non tempesta. Ora che per me sarebbe il tempo di studiare, e che ogni giorno passa il meglio, figuratevi che gusto debbo avere a imbrogliarmi co' medici e colle medicine e a ciondolare la vita senza far nulla.
      Debbo alla vostra Signora due lettere preziosissime, una del Manzoni, l'altra del Grossi, che in quest'anno di disgrazie sono state per me un vero compenso. Ringraziatela da parte mia, e assicuratela che gliene ho dato credito nel libro della memoria da pagarsi secondo il mio possibile e a suo beneplacito.
      E voi ci preparate altro? Rammentatevi che le anime bisognose di dolci e di forti emozioni dimandano di voi e del Grossi. Non so perchè sia rimasto addietro il Corso Donati e l'Assedio di Siena, l'uno diretto a far vedere come finisce chi vuol profittare delle discordie cittadinesche per inalzarsi; l'altro come l'avidità dei nuovi signori sa fare suo pro delle gare di municipio. Non dico questo per suggerirvi un tema, chè non ne avete bisogno, ma perchè me ne diciate il vostro parere. Mi dispiacerebbe di veder capitare questi nobilissimi subietti alle mani dei forestieri, che nelle cose nostre, son ciechi che giudicano dei colori.


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





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