Vi prego di rammentarmi alla signora Luisa e a Carlo, e di dir loro che porto una viva memoria delle belle ma troppo brevi ore passate in casa Bianchi. È quasi un danno conoscere persone così distinte, così gentili, perchè appena gustato il bene della loro compagnia, bisogna distaccarsene.
Forse darò una corsa fuori di Toscana, ma ancora non son ben risoluto; in ogni modo, siccome potrebbe anche darsi che passassi per Siena, abbiate la bontà di dirmi qualcosa di Beppe Vaselli, acciò io non gli vada dinanzi senza cognizione di causa.
136.
Al Marchese Gino Capponi.
Napoli, ... febbraio 1844.
Mio caro Marchese.
Tutti questi giorni son passato di maraviglia in maraviglia, ed ho la testa così piena, così affollata di cose che non trovo il modo di parlarne. A Roma in due giorni non vidi altro che sassi, ma sassi che spiravano una vita alta e nuova per me; a Napoli per ora non ho veduta nessuna cosa d'arte, ma gli uomini che ho conosciuto e la natura che mi circonda, m'empiono di gioia e di conforto. Ho trovato la signora Marianna assai contenta per il lato della salute, e contentissima poi del paese e dei paesani. Nei giorni passati ebbe un po' malata la bambina, ma non è più altro. Il luogo che ha scelto a dimora è delizioso, ed io spero che tornerà a Firenze molto contenta del viaggio e di sè. Questo caro uomo del colonnello sta bene, è assai lieto, e solamente sospira sempre il nostro paese e gli amici che ha lasciati costà. Sono stato da lui più volte e tornerò a vederlo spessissimo, perchè la vista di lui m'aiuta e m'incoraggisce.
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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze 1863
pagine 416 |
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