Ora quei medesimi che si sono avvantaggiati di questo giro ripreso dalle proprietà, tornano a inchiodarle da capo, fondando commende e balíati. E chi crederebbe che nel Gran-Ducato v'è di nuovo un milione e mezzo di beni vincolati per la boria di farsi presentar l'arme all'occhiello? Parini per rimpulizzire Milano scrisse la bella Ode sulla salubrità dell'aria, la quale per essere più specialmente milanese, non cessa di appartenere all'antica civiltà; io, lontano le mille miglia da quell'ingegno mirabile, ho tentato lo stesso nella Vestizione. Ho voluto colpire l'abuso di Toscana, e con questo abuso i villani dorati di tutti i paesi. Non accade forse per tutto che questi, guardati di traverso dalla classe nella quale si ficcano, burlati da quella dalla quale vorrebbero uscire, siano obbligati d'appiattarsi sotto l'ali del potere assoluto, che perdona bassezze e delitti purchè crescano i livreati. Intanto qua quando corre voce che taluno sia per vestire l'abito di Santo Stefano, si grida: ecco un altro Becero; e se non fosse presunzione ripeterei quello che sento dire, cioè, che taluni se ne astengono per non sentirsi alle spalleSalute a Becero,
Viva il Droghiere.
Anco il Ballo sa di fiorentino; ma come si fa a sopportare di vedere il proprio paese doventato come il luogo di confino di tutti i banditi dell'Europa? Di vedere questi scettici addormentati che s'imbrancano là all'impazzata con chi capita via via a scialacquare un denaro accatastato Dio sa come, e che a suono di tripudi coprono le voci dell'infamia e del vitupero?
| |
Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze 1863
pagine 416 |
|
|
Gran-Ducato Milano Ode Vestizione Toscana Santo Stefano Becero Becero Droghiere Ballo Europa Dio
|