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      144.
      Al signor Blanch.
      Aprile, 1844.
      Mio caro Blanch.
      Voi siete una di quelle persone che conosciute una volta non si dimenticano mai più; per questo, non avendo potuto vedervi prima di partire, mi affretto a scrivervi poche righe per rammentarvi me stesso e per significarvi la stima e l'amicizia concepita per voi. Quella passeggiata alla Villa di Chiaia nella quale mi raccontaste con tanta vivezza e con tanta verità una parte dei vostri casi, mi sta sempre nella testa, e ne ho parlato almeno dieci volte al nostro carissimo Gino. La marchesa Marianna, che anch'essa va matta di voi, è tornata a Firenze sana e salva; e sebbene io non l'abbia ancora veduta, so che sta bene e che si rammenta di Napoli. Voi dovete essere molto contento d'innamorare così d'un tratto le persone; e pazienza se si trattasse solamente di me, ma anco le belle signore, è cosa da avervene invidia. Io n'ho un piacere grandissimo, perchè questo desiderio lasciato di voi, può essere che vi persuada di dare una corsa in Toscana a farci godere a lungo della vostra piacevolisima compagnia. Costà bisognava cogliervi a ritagli di tempo, perchè chi vi strappa di qua e chi vi strappa di là, e i poveri uccelli di passo come eravamo noi, dovevano adattarsi a quel poco che avanzava agli altri. Guardate un po' di venire a contentarci tutti, e il povero Gino tra gli altri che ha vero bisogno d'essere sollevato, e che si rallegrò tutto quando gli portai i vostri saluti . . . . .
      145.
      Ad Antonio Ranieri.
      Livorno, 15 giugno 1844.
      Mio caro Ranieri.


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





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