Tutto il mio male sta nel fegato e negli intestini, derivato dalle lunghe e diverse afflizioni che mi sono piovute addosso in quest'anno, e che avrebbero ripiegato anco uno pių forte di me. Prima la malinconia ha prodotto il male, ora il male mantiene la malinconia, dalla quale a giorni non trovo il verso di liberarmi, tanto pių che non posso applicarmi nč seriamente nč per celia senza risentirne un mal essere, una stanchezza non mai provata. Aveva destinato quest'anno a studi nuovi e necessarissimi ai quali mi vergogno di non essermi dato fin qui, ma l'uomo propone e Dio dispone. Mi duole di vedermi passare cosė inutilmente il vero fiore della gioventų; e non me ne duole per i comuni diletti della vita, ma per l'ingegno, desideroso di non ismentire le speranze che altri ha voluto concepirne, forse troppo corrivo e benevolo. Preparava le ali a voli pių alti e pių liberi, ed eccole troncate ad un tratto. Fortuna che io non mi sia mai inorgoglito nč di me nč del poco che taluno n'ha detto, altrimenti vedi come mi sarei burlato. In sostanza sono in una condizione tale che non ardisco nč sperare, nč disperare, e questa incertezza, questo stato di sospensione, č amarissimo a me, partigiano delle cose risolute. In ogni modo l'animo non m'č caduto del tutto, perchč a tutto son preparato, e solamente vorrei che mi fosse resa una parte di quella premura amorevole che io ho saputa dimostrare agli altri in casi consimili, e per la quale forse son ridotto cosė.
A Napoli ebbi accoglienze cortesissime, da lasciarmi nel cuore un vivo desiderio di quei luoghi e di quelle persone.
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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze 1863
pagine 416 |
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Dio Napoli
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