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      Da questi pochi versi potrai vedere quale sia il mio modo di sentire le miti affezioni e le passioni più care della vita. Scrivendoli, io sono uscito dalla mia via consueta, non già per isfoggio di stile, ma per vero bisogno dell'animo. Se tu rileggendoli troverai che sia vero ciò che ti dico, sarò pienamente contento, e mi consolerò di molti commenti fatti o sconsideratamente o forse anco malignamente sul conto mio. Io non mi do per un angelo, nè mi credo un demonio: sono un uomo come tutti gli altri, ed ho cercato sempre di non mentire la mia natura comunque sia. Sebbene sia stato alle mani di parecchi, non ho mai trovato maestri capaci di farmi ravvedere, quanto i miei errori medesimi. Ne ho commessi la parte mia, e chi sa quanti altri ne commetterò, ma non ho potuto e non potrò mai tirarmi indietro dal riconoscerli e non confessarli. Se avesse trovato sempre amici come te e come molti altri, avrei camminato un po' meglio; ma il più delle volte m'è toccato andare al tasto; e Dio sa dove sono incappato. Non ostante mi consolo di poter dire che i disinganni non m'hanno fatto mai disperare dell'uomo; e che se ho trovati dei bricconi, ho anco conosciuti tanti e tali galantuomini, da compensarmi largamente. Per me il mondo non merita nè satira nè panegirico; merita d'essere compatito, corretto e aiutato a doventar migliore. Le bestemmie, gl'incensi, le percosse spietate e le carezze importune, mi pare che nuocciano del pari alle nostre miserie, e alle nostre superbie. Parlare alto e chiaro e con pacatezza credo che sia il mezzo più efficace per giungere al bene e al vero.


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





Dio