Che dirò poi di quei gretti birboni che non potendo attaccarvi nella coscienza, v'accusano per la frase? Che non avendo mai sentito il bisogno e molto meno il valore di saltare a piè pari le traverse del De-Colonia, e di tutti gli altri birri e carcerieri dell'ingegno, vi danno la corda appoggiata al Codice del corto e del lungo (come se un buon libro potesse esser lungo, o uno cattivo, corto), e vorrebbero che lo scrittore facesse a miccino nelle parti de' personaggi, come appunto farebbe un revisore se nello stesso tempo avesse anco presa in cottimo l'illuminazione del teatro! Perchè poi gli uomini debbano aver gusto più a trovare il male che a trovare il bene, io non mi ci raccapezzo. Lasciamo là l'onor nazionale e la carità scambievole, vecchiumi di pochi onesti; ma andando avanti solamente colla misura dell'amor proprio e dell'utile, norma generale, siccome un libro buono è strumento di piacere, bisognerebbe sempre esser grati a chi l'ha scritto senza tante sofisticherie. Voi non badate a costoro, e non badate nemmeno a chi v'esorcizza o vi canonizza coll'aspersorio d'un giornale. Gli articolai (dacchè si fa mestiere di tutto mi vien fatto di lucidare il nome d'ogni razza di mestieranti sulla parola bottegaio), gli articolai dunque mirano più a luccicare che a far lume: sono del ramo cadetto della famiglia dei commentatori, simboleggiati nella piattola che un giorno si tuffò nel tramoggio e poi saltò fuori tutta infarinata a sbraitare che era il mugnaio. Mi burlate: uno che legge il vostro libro per camparci su!
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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze 1863
pagine 416 |
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De-Colonia Codice
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