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      Quante volte io calmo il mio sangue ardente... perché tu non avrai mai visto nulla di così mutevole come il mio cuore. Amico mio, ho bisogno di dire questo a te che tanto spesso ne hai sopportato il peso e che mi hai visto passare dall'affanno ai più arditi sogni e da una dolce malinconia alla più funesta passione? Di modo che io considero il mio cuore come un bambino ammalato; e gli concedo ogni capriccio. Ma non lo dire a nessuno: ci sarebbero persone che non me lo perdonerebbero.
      15 maggio.
      L'umile gente del villaggio ormai mi conosce, e tutti mi vogliono bene, specialmente i bambini. Sulle prime quando io mi univo a loro e li interrogavo amichevolmente su questo o su quello, alcuni credevano che io volessi prendermi gioco di loro e mi rispondevano bruscamente. Io non me ne ebbi a male, soltanto compresi più distintamente quanto spesso avevo già osservato: le persone di una certa condizione si tengono a una fredda distanza dal popolo, come se credessero di perdere qualche cosa avvicinandolo; vi sono poi giovani spensierati e malvagi burloni che ostentano di abbassarsi, per far maggiormente sentire alla povera gente la loro superbia.
      So bene che noi non siamo né possiamo essere tutti uguali; ma ritengo che colui il quale sente il bisogno di allontanarsi dalla cosiddetta plebe per averne il rispetto, è biasimevole quanto un codardo che si nasconda al suo nemico per tema di esserne ucciso.
      Di recente andai alla fontana e trovai una giovane donna di servizio che aveva posato il secchio sull'ultimo scalino e guardava intorno per vedere se nessuna compagna venisse e l'aiutasse a posarselo sulla testa.


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I dolori del giovane Werther
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 144