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      In breve, mi confusi, fui smemorato, mi trovai in mezzo a un'altra coppia, guastai ogni cosa, e ci volle la presenza di spirito di Carlotta che mi tirava di qua e di là per ristabilire l'ordine al più presto.
      Il ballo non era ancora finito quando i lampi, che da molto tempo vedevamo brillare all'orizzonte e che sempre avevo dati per lampi di calore, si fecero più frequenti e il tuono coprì il suono della musica. Tre dame fuggirono, e i loro cavalieri le seguirono: il disordine divenne generale e la musica cessò. Quando una disgrazia o qualche cosa di spaventoso ci coglie immersi nel piacere, esso produce naturalmente in noi una forte impressione, in parte a causa del contrasto che ce lo fa sentire più vivo, in parte perché i nostri sensi sono aperti alle emozioni e ricevono più rapidamente ogni impressione. A questo io devo attribuire lo strano contegno al quale vidi abbandonarsi molte signore. La più saggia si mise in un angolo, volgendo la schiena alla finestra e turandosi le orecchie; un'altra s'inginocchiò davanti a lei e le nascose la testa sul grembo; una terza venne tra loro due e abbracciò la sorellina in un torrente di lacrime. Alcune volevano ritornare a casa; altre non sapevano più quello che facevano e non avevano sufficiente presenza di spirito per tenere a freno i giovani storditi che sembravano molto occupati a raccogliere dalle labbra delle belle tremanti le angosciose preghiere che esse levavano al cielo. Alcuni signori erano scesi per fumare in pace la loro pipa, e il resto della compagnia accettò il saggio invito dell'ostessa che ci offriva una stanza fornita di imposte e di tende.


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I dolori del giovane Werther
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 144

   





Carlotta