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      Mi ritiro come dal fuoco, una segreta forza mi spinge avanti di nuovo, e tutti i miei sensi sono presi da vertigine. E la sua innocenza, la sua anima ignara non le lasciano comprendere come queste piccole familiarità mi fanno male. Se, parlando, lei posa la sua mano sulla mia, se nel calore della conversazione si avvicina a me in modo che il suo alito divino sfiori le mie labbra, io credo di morire, come percosso dal fulmine. E se una volta, Guglielmo, quell'anima celeste e fiduciosa io osassi... tu mi capisci? No, il mio cuore non è così corrotto! Ma è debole, molto debole, e questa non è forse corruzione?
      Lei mi è sacra. Ogni desiderio tace alla sua presenza. Non posso dire quello che succede in me quando le sono vicino; mi pare che tutta l'anima si riversi nei miei nervi. Carlotta sa una melodia che suona al pianoforte con un'angelica espressione, con grande semplicità e spirito. È la sua aria preferita, e appena suona la prima nota, fuggono lontano da me pene, preoccupazioni, capricci.
      Sono così preso da quella semplice melodia che non mi pare inverosimile niente di quel che si racconta del fascino della musica antica. E come lei sa cominciarla al momento opportuno, proprio quando starei per tirarmi una palla nella testa. Il cupo turbamento della mia anima si dissipa, e io di nuovo respiro liberamente.
      18 luglio.
      Guglielmo, che sarebbe per il nostro cuore un mondo senza amore? Quello che è una lanterna magica senza la luce. Appena tu introduci la piccola lampada, ecco apparire sulla bianca parete le più svariate immagini!


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I dolori del giovane Werther
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 144

   





Guglielmo