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      Lei dorme tranquilla, e non pensa che non mi vedrà più. Mi sono strappato da lei, sono stato forte abbastanza per non tradire il mio segreto in un colloquio di due ore. E, mio Dio, quale conversazione!
      Alberto mi aveva promesso di trovarsi in giardino con Carlotta subito dopo cena. Ero in terrazza, sotto i grandi castagni, e guardavo il sole che per l'ultima volta vedevo tramontare di là della valle amata, di là del mite ruscello. Tanto spesso ero stato lì con lei a contemplare il magnifico spettacolo... E ora! Andavo su e giù per quel viale che mi era caro: una segreta, simpatica attrattiva mi aveva trattenuto in quel luogo prima che io conoscessi Carlotta; e qual piacere era stato per noi, al principio della nostra relazione, scoprire reciprocamente la nostra preferenza per quel luogo, uno dei più romantici creati dall'arte!
      Prima di tutto, fra i castagni, si gode di una bella vista... ma mi ricordo di averti molte volte scritto di queste alte pareti di faggi, che limitano il viale che diventa sempre più cupo a causa di un boschetto vicino, finché tutto finisce in una piazzetta chiusa intorno a cui sembrano alitare tutti i fremiti della solitudine. Io sento ancora il fascino segreto che provai la prima volta che vi entrai, mentre splendeva alto il sole di mezzogiorno; presentivo che esso doveva esser per me teatro di beatitudine e di dolore.
      Avevo già trascorso una mezz'ora immerso nei tristi e dolci pensieri della separazione e del rivedersi, quando li sentii salire sulla terrazza.


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I dolori del giovane Werther
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 144

   





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