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      Si alzò; io ero rientrato in me stesso, e tremavo; rimasi seduto, e tenni stretta la sua mano. "Bisogna rientrare, disse Carlotta, è l'ora" e volle liberare la sua mano, ma io la trattenni con più forza. "Ci rivedremo, gridai, ci ritroveremo, e FRA TUTTI ci riconosceremo. Vado via, continuai, vado via volontariamente..."; pure, se avessi dovuto dire PER SEMPRE, non avrei potuto.
      Addio Carlotta! Addio Alberto! Ci rivedremo
      . "Domani, penso", disse lei scherzando. Sentii questo DOMANI. Ah, lei non sapeva, quando ritirò la sua mano dalla mia... Si allontanarono lungo il viale; io rimasi fermo; li seguii con lo sguardo nel chiarore della luna, mi gettai a terra, piansi, e mi rialzai improvvisamente; corsi sulla terrazza e vidi ancora da lontano, all'ombra dei grandi tigli, il suo abito bianco luccicare presso la porta del giardino; tesi le braccia; lei sparì.
     
     
      LIBRO SECONDO
     
      20 ottobre 1771.
      Siamo arrivati ieri. L'ambasciatore è indisposto e rimarrà in casa per qualche giorno. Se non fosse così poco gentile, tutto andrebbe bene. Io osservo, osservo che il destino mi ha riservato delle dure prove. Ma coraggio! Uno spirito leggero sopporta tutto! Uno spirito leggero? rido, vedendo che questa parola mi corre alla penna. Oh, un carattere un pò più leggero mi renderebbe il più felice fra gli uomini. Come? mentre altri con le loro poche forze, col loro poco talento si pavoneggiano soddisfatti davanti a me, io dubito della mia forza, dei miei doni naturali? Buon Dio, tu che me li hai tutti elargiti, perché non ne riprenderesti la metà, dandomi in cambio la fiducia in me stesso e la gioia di quello che possiedo?


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I dolori del giovane Werther
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 144

   





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