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      Pazienza! Pazienza! le cose andranno meglio, perché‚ devo dirtelo, amico mio, tu hai ragione: da quando ogni giorno sono circondato dalla folla e vedo quello che fanno gli altri e come si comportano, sono molto più contento di me. Certo poiché noi siamo fatti in modo che paragoniamo tutti a noi stessi, e noi stessi a tutti, la felicità o il dolore dipendono da coloro con i quali stiamo a contatto, e nulla è più pericoloso della solitudine. La nostra immaginazione, che è naturalmente portata ad elevarsi, alimentata dalle fantastiche immagini della poesia, si crea una schiera di esseri fra i quali noi occupiamo l'ultimo posto; e all'infuori di noi tutto ci sembra splendido e ogni persona perfetta. E questo è naturalissimo. Spesso sentiamo che ci manca qualche cosa, e proprio quel che ci manca ci sembra di trovarlo in un'altra persona alla quale attribuiamo tutto ciò che noi pure abbiamo, e inoltre una grazia ideale. Così immaginiamo l'uomo felice. Ed esso è una creatura della nostra fantasia.
      Quando invece nonostante tutto la nostra debolezza e lo sforzo che dobbiamo compiere, proseguiamo la nostra opera, spesso osserviamo che pur andando lentamente e perdendo tempo avanziamo più di altri che vanno a forza di vele e di remi... ed è allora che si è veramente consci di se stessi; quando si va alla pari con gli altri, ed anzi si sorpassano.
      26 novembre.
      Tutto sommato comincio a trovarmi discretamente qui. Per fortuna c'è molto da fare; inoltre gli uomini di ogni specie, e le nuove, varie figure che mi sfilano dinanzi formano uno spettacolo svariato.


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I dolori del giovane Werther
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 144