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      Una cosa che pure mi dispiace è che il principe parla spesso di cose che conosce solo attraverso letture o conversazioni, e ne parla sempre dal punto di vista sotto il quale gli altri gliele hanno presentate.
      Inoltre egli apprezza la mia intelligenza e i miei talenti più del mio cuore, la sola cosa di cui sono orgoglioso, che è sorgente di ogni forza, di ogni gioia, di ogni dolore. Tutti possono sapere quello che io so... ma il mio cuore, lo possiedo io solo.
      25 maggio.
      Avevo in mente qualcosa di cui non volevo parlarvi finché non fosse un fatto compiuto; poiché invece la cosa non ha avuto seguito, posso egualmente spiegarmi. Volevo entrare in servizio militare; ci ho pensato a lungo e, specialmente per questo, ho seguito qui il principe che è generale agli ordini di... Durante una passeggiata gli esposi la mia idea, ma egli mi dissuase e, per non dare ascolto alle sue ragioni, avrei dovuto esser guidato dalla passione piuttosto che dal capriccio.
      11 giugno.
      Dì quello che vuoi, non posso restare qui più a lungo. Che cosa dovrei fare? il tempo non passa mai; il principe mi tratta nel miglior modo possibile, eppure non mi sento a mio agio: in fondo non abbiamo niente in comune l'uno con l'altro. Egli è un uomo di criterio, ma di un criterio molto comune: la sua conversazione non m'interessa più di quel che m'interesserebbe un libro ben scritto. Resterò ancora otto giorni e poi riprenderò le mie peregrinazioni: quel che ho fatto di meglio qui è stato il disegnare. Il principe sente l'arte, e la sentirebbe ancor di più se la sua mente non fosse ristretta in noiose formule scientifiche e in una rigida terminologia.


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I dolori del giovane Werther
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 144