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      Talvolta mi mordo le labbra, quando percorro con l'immaginazione i vasti campi della natura e dell'arte, ed egli pensa di stupirmi lanciando nel discorso qualche termine tecnico.
      16 giugno.
      Sì, io sono soltanto un viandante, un pellegrino sulla terra. E voi siete qualcosa di più?
      18 giugno.
      Dove penso di andare? te lo dirò in confidenza. Resterò qui ancora quindici giorni dopo i quali ho detto che desidero visitare le miniere di...; in fondo non c'è nulla di vero; voglio avvicinarmi a Carlotta, e questo è tutto. Rido del mio cuore... ma finisco col far sempre la sua volontà.
      29 luglio.
      No, va bene, va tutto bene! Io, il suo sposo! Dio, che mi hai creato, se tu mi avessi concesso questa beatitudine avrei passato la mia vita ad adorarti. Non voglio penetrare i tuoi decreti, e Tu perdonami queste lacrime, perdonami questi vani desideri! Lei, mia sposa! se avessi potuto stringere tra le mie braccia la più amabile creatura... Un brivido mi scuote, Guglielmo, quando Alberto cinge la sua figurina ben fatta!
      E, devo dirlo? perché no, Guglielmo? Lei sarebbe stata più felice con me che con lui: egli non è l'uomo che possa colmare i desideri del suo cuore. Un difetto di sensibilità, un difetto... chiamalo come vuoi... ma io non vedo il suo cuore battere all'unisono con quello di lei a qualche passaggio di un libro amato durante il quale il mio cuore e quello di Carlotta si sarebbero incontrati; e in cento altri casi quando ci avviene di esprimere i nostri sentimenti sulle azioni di altri. Caro Guglielmo!


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I dolori del giovane Werther
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 144

   





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