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      Invero egli l'ama con tutta l'anima, e che cosa non merita un simile amore!
      Un uomo insopportabile è venuto ad interrompermi: le mie lacrime si sono disseccate; io mi sono distratto. Addio.
      4 agosto.
      Non sono solo io: tutti gli uomini sono delusi nelle loro speranze, ingannati nella loro attesa. Sono andato in cerca della mia buona donna, sotto il tiglio. Il bambino più grande mi è venuto incontro, e le sue grida di gioia hanno fatto accorrere la madre, che mi è parsa molto abbattuta. La sua prima parola fu: - Signore, il mio Gianni è morto! Era il bimbo più piccolo. E mio marito, aggiunse, è ritornato dalla Svizzera e non ha portato nulla: senza l'aiuto di persone buone avrebbe dovuto mendicare: gli è venuta la febbre lungo la via. -
      Non potei dir nulla; regalai qualcosa al bambino, e lei mi pregò di accettare qualche mela, ciò che io feci, lasciando quel luogo pieno di tristi ricordi.
      21 agosto.
      Talvolta, come per un colpo di mano, tutto cambia per me, e la vita si illumina di un giocondo sorriso, ahi, solo per un istante! Quando mi perdo così nei sogni, non posso impedirmi di pensare: e, se Alberto morisse! Tu saresti..., sì, lei sarebbe... e proseguo in questa visione finché essa mi porta sull'orlo di abissi davanti ai quali mi ritraggo con orrore.
      Quando esco dalla porta di città, e percorro la via per la quale andai la prima volta a prendere Carlotta per condurla al ballo come tutto mi sembra mutato! Tutto, tutto è finito! Nessuna traccia di quel mondo svanito, nessun battito di cuore che risponda ai miei sentimenti passati.


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I dolori del giovane Werther
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 144

   





Gianni Svizzera Alberto Carlotta