- Si fermò, e mi guardò fissamente. - Siete molto ammalato, Werther, mi disse con un sorriso che mi penetrò l'anima; i vostri cibi favoriti vi ripugnano. Andate, via, calmatevi, vi prego. - Mi sono strappato da lei e... Dio, tu vedi la mia miseria e vi porrai fine.
6 dicembre.
Come mi perseguita quell'immagine! Che io vegli o sogni, essa riempie tutta la mia anima! Qui, se io chiudo gli occhi, qui nella mia fronte dove si concentra l'interiore forza visiva, stanno i suoi occhi neri. Qui! io non posso esprimerti questo. Se chiudo gli occhi essi sono là, come un mare, come un abisso essi stanno davanti a me, dentro di me, dominano i miei pensieri.
Che cos'è mai l'uomo, questo semidìo tanto apprezzato? Non gli mancano le forze proprio quando gli sarebbero più necessarie? E che egli prenda lo slancio nella gioia o si sprofondi nel dolore, non è forse in entrambi i casi arrestato, ricondotto al cupo, freddo sentimento di se stesso, mentre aspirava a perdersi nell'oceano dell'infinito?
L'EDITORE AL LETTORE.
Molto avrei desiderato che sugli ultimi giorni del nostro amico, pieni di interesse per noi, ci fossero rimaste sufficienti testimonianze di sua mano, così da non dover interrompere con un racconto il seguito delle lettere che egli ci ha lasciato.
Ho cercato con cura di raccogliere notizie esatte dalla bocca di persone che potevano essere ben informate sulla sua storia; essa è molto semplice. Tutte le relazioni concordano fra di loro salvo in qualche piccolo particolare: soltanto riguardo al carattere dei personaggi le opinioni differiscono e i giudizi sono disparati.
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Werther
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