Il suo stato d'animo giustificava quasi il suo restare inattivo, si sentiva privo di ogni prospettiva avvenire, era incapace di prendere una qualunque decisione necessaria alle occupazioni quotidiane della vita. Era cosė abbandonato interamente ai suoi sentimenti, ai suoi pensieri strani, a una sconfinata passione, nell'eterna monotonėa di una triste relazione con una donna amata e cara, di cui egli turbava il riposo, lottando contro le sue stesse forze, consumandole senza scopo e senza direttiva, che la sua triste fine si avvicinava sempre pių.
Il suo turbamento, la sua passione, i suoi sforzi e le sue lotte, la sua stanchezza di vivere infine, sono fortemente espressi in alcune lettere che egli ha lasciato e che vogliamo riportare qui.
12 dicembre.
Caro Guglielmo, io mi trovo nella condizione in cui si sono dovuti trovare coloro che si credevano posseduti da uno spirito maligno. Non so che cosa mi prende talvolta: non č angoscia, non č desiderio, č un interno, ignoto tumulto che minaccia di lacerarmi il petto, che mi stringe la gola. Allora, ahimč, io corro senza meta fra le spaventose scene notturne di questa stagione nemica degli uomini.
Ieri sera ho dovuto uscire. Era appunto cominciato il disgelo, e avevo sentito dire che il fiume era straripato, che tutti i ruscelli erano gonfi e che da Wahlheim la mia amata valle era inondata. Vi corsi tra le undici e mezzanotte. Era uno spaventoso spettacolo vedere dalla roccia le onde agitate che turbinavano al chiarore della luna sui campi, i prati e le siepi, e veder tutta la valle trasformata in un mare tempestoso al soffio del vento.
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Guglielmo Wahlheim
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