Pagina (113/144)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il mio amore per lei non è forse il più santo, il più puro, il più fraterno amore? Ho mai sentito nell'anima un desiderio colpevole? Non voglio giurare... E ora... sogni... Avevano proprio ragione gli uomini che attribuivano a potenze estranee alcune manifestazioni contraddittorie! Stanotte, tremo nel dirlo, io la tenevo tra le braccia, la stringevo al petto, coprivo di innumerevoli baci la sua bocca che mormorava amore; il mio sguardo nuotava nell'ebbrezza del suo! Mio Dio! sono colpevole se provo ancora adesso un sentimento di beatitudine rievocando interiormente questa ardente voluttà? Carlotta, Carlotta! è finita per me: i miei sensi si smarriscono, da otto giorni non ho più la forza di pensare, e i miei occhi sono pieni di lacrime. Sto male dappertutto. Non desidero nulla. Sarebbe meglio per me, se me ne andassi.
      In questo periodo di tempo e in tali circostanze la decisione di abbandonare la vita si era radicata con maggior forza nell'animo di Werther. Dopo esser ritornato presso Carlotta, questa era sempre stata la sua prospettiva, la sua speranza suprema; ma aveva detto a se stesso che voleva agire senza fretta né precipitazione, e che voleva compiere questo passo dopo essersi profondamente convinto e deciso con calma.
      I suoi dubbi, la sua lotta interiore si rivelano in un biglietto che sembra essere il principio di una lettera a Guglielmo, e che è stato trovato fra le sue carte, senza data.
      La sua presenza, il suo destino, l'interesse che lei prende al mio, fanno sgorgare le ultime lacrime dal mio cervello disseccato.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I dolori del giovane Werther
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 144

   





Dio Carlotta Werther Carlotta Guglielmo