Cercate, e troverete una creatura degna del vostro amore; poi ritornate e godremo insieme la dolcezza di una sincera amicizia".
Con un freddo sorriso egli disse: "Il vostro discorso si potrebbe stampare e raccomandare a coloro che governano i popoli! Mia cara Carlotta, lasciatemi riposare un poco, poi tutto si accomoderà!" - "Soltanto, Werther, non venite prima della vigilia di natale!".
Egli voleva rispondere, quando Alberto entrò nella stanza. Si diedero freddamente la buonasera e passeggiarono su e giù nella camera imbarazzati. Werther cominciò un discorso insignificante, che ben presto cadde. Alberto fece lo stesso, poi domandò a sua moglie di alcune commissioni e, sentendo che non erano state eseguite, pronunciò parole che a Werther parvero fredde e anche aspre. Voleva andarsene, e non poteva, e aspettò fino alle otto, mentre il suo dispetto e il suo malumore aumentavano, aspettò fino a che la tavola fu apparecchiata, e prese infine il cappello e il bastone. Alberto lo invitò a restare, ma a lui parve vedere in quelle parole un complimento convenzionale, per cui ringraziò freddamente e se ne andò.
Giunse a casa, prese il lume dalle mani del domestico che voleva fargli luce, andò solo nella sua stanza. Pianse forte, parlò da sé con violenza, passeggiò agitato su e giù per la camera, infine si gettò vestito sul letto. Lì lo trovò il domestico quando verso le undici osò entrare e domandare se il signore voleva farsi togliere gli stivali. Egli lasciò fare, e poi ordinò al servo di non entrare la mattina seguente senza esser chiamato.
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Carlotta Werther Alberto Werther
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