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      .. di uccidere... tuo marito! te! me! Così sia. Quando in una bella sera d'estate tu salirai sulla collina, ricordati di me: ricorda quante volte ho attraversato la valle, poi volgi il tuo sguardo verso il cimitero, verso la mia tomba; guarda il vento che fa ondeggiare l'erba alta nello splendore del sole che tramonta... Ero tranquillo quando ho cominciato a scrivere, e ora... ora piango come un bambino pensando a tutto questo rigoglio di vita intorno a me
      .
      Verso le dieci Werther chiamò il suo domestico, e mentre si faceva aiutare a vestirsi gli disse che avrebbe fatto un viaggio di alcuni giorni; che bisognava mettere in ordine gli abiti, e preparare ogni cosa per i bagagli; gli diede anche l'ordine di richiedere tutti i conti da saldare, di farsi rendere alcuni libri prestati, e di dare due mesi anticipati ad alcuni poveri cui egli soleva fare settimanalmente un'elemosina.
      Si fece portare il pranzo in camera e poi andò a cavallo dal borgomastro, che non trovò a casa. Passeggiò pensieroso per il giardino, come se avesse voluto ancora una volta raccogliere e assaporare tutta la malinconìa dei ricordi.
      I bambini non lo lasciarono a lungo tranquillo; lo rincorsero, gli saltarono addosso e gli dissero che trascorso il domani, e il giorno seguente e un altro ancora, sarebbero andati da Carlotta a ricevere i doni di Natale e gli narrarono le meraviglie che sognavano con la loro immaginazione infantile. Domani, egli esclamò, dopodomàni e un altro giorno ancora... Li baciò tutti con affetto e voleva lasciarli quando il più piccolo volle dirgli una cosa all'orecchio.


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I dolori del giovane Werther
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 144

   





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