.. La voce di Alpin era dolce, l'anima di Ryno era un raggio ardente. Ma già essi riposavano nella stretta casa, e la loro voce non si udiva più a Selma. Un giorno Ullino al ritorno dalla caccia, prima che gli eroi fossero caduti, sentì la loro gara di canti sulla collina. Il loro canto era dolce, ma triste; essi piangevano la morte di Morar, il primo degli eroi. La sua anima era come l'anima di Fingal; la sua spada come la spada di Oscar. Ma egli cadde, e il padre pianse, e gli occhi della sorella furono pieni di lacrime, si riempirono di lacrime gli occhi di Minona, sorella dello splendido Morar. Ella indietreggiò dinanzi al canto di Ullino, come la luna al tramonto quando prevede la tempesta, e nasconde in una nuvola la sua bella testa. Io accompagno sull'arpa con Ullino il canto del dolore.
RYNO: "Il vento e la pioggia sono cessati, il mezzogiorno è sereno, le nuvole si aprono. Il sole incostante illumina fuggevolmente la collina. Il torrente della montagna precipita raggiando nella valle. Dolce è il tuo mormorìo, o torrente, ma più dolce è la voce che io odo. È la voce di Alpin che piange il morto. La sua testa è curva per la vecchiaia, i suoi occhi sono arrossiti dal pianto. Alpin! nobile cantore, perché sei solo sulla collina silente? perché gemi come un turbine nella foresta, come un'onda sulla riva lontana?
ALPIN: "Le mie lacrime, Ryno, sono per i morti, la mia voce per gli abitatori della tomba. Tu sei alto sulla collina, e bello tra i tigli della pianura. Ma tu cadrai come Morar, e sulla tomba verrà un afflitto a piangere.
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