Pagina (141/144)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Egli andò a letto vestito per esser pronto molto presto perché il signore gli aveva detto che i cavalli sarebbero stati davanti alla porta prima delle sei.
      Dopo le undici.
      Tutto è silenzio intorno a me, e la mia anima è tranquilla. Ti ringrazio, mio Dio, di concedere ai miei ultimi istanti questo calore, questa forza.
      Vado alla finestra, mia cara, e vedo, vedo attraverso le nuvole agitate dal vento, alcune stelle del cielo eterno. No, voi non cadrete! Iddio vi porta nel suo cuore, come porta pure me. Vedo le prime stelle del Carro, la più cara fra tutte le costellazioni. Essa stava dinanzi a me, in alto, quando la notte uscivo dalla tua casa e varcavo la soglia della tua porta. Con quale ebbrezza la guardavo! Quante volte, alzando la mano l'ho presa come segno, come sacro simbolo della mia felicità presente... e ora... O, Carlotta, tutto mi ricorda te: non ti sento, forse, intorno a me? e non ho conservato avidamente, come un fanciullo, mille piccole cose che tu avevi toccato?
      E la tua cara SILHOUETTE! Te la dò Carlotta, e ti prego di farle onore. Mille, mille volte l'ho baciata, mille volte l'ho salutata quando uscivo o quando ritornavo a casa.
      Ho scritto a tuo padre un biglietto pregandolo di proteggere il mio corpo. Vi sono due tigli nel cimitero, dietro, nell'angolo che dà sulla campagna: là desidero riposare; tuo padre può, e farà questo per il suo amico: pregalo anche tu. Non voglio costringere i pii cristiani a posare il loro corpo presso quello di un povero infelice. Vorrei che mi seppelliste sulla strada, o nella valle solitaria, che il Prete e il Levita passando si facessero il segno della croce, e il Samaritano versasse una lacrima.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I dolori del giovane Werther
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 144

   





Dio Carro Carlotta Carlotta Prete Levita Samaritano