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      Solo col molto attrarrete i molti, perché in una faraggine di cose ciascuno ne raccapezza qualcuna che fa al caso suo. Chi porta molto porta per tutti, e tutti se ne tornano a casa col contento nel cuore. Pagate in ispiccioli; - mescete sapori d'ogni sorta, e un simil manicaretto andrà ad ogni gusto, e voi sarete alzato in cielo. Subito immaginato e subito imbandito. Che vi giova stillarvi il cervello per offerire alcun che d'intero? Il pubblico ve lo mette tosto in minuzzoli.
      IL POETA. Voi non v'accorgete quanto un sì fatto mestiere sia vile; quanto sconvenevole all'artista che ha a cura il suo nome. Gl'imbratti di non so che odierni guastamestieri sono ormai, ben veggo, i vostri modelli.
      IL DIRETTORE. Io non mi piglierò a male i vostri rimproveri; che chi voglia fare buon'opera deve pure scegliere gli istrumenti più acconci. Ora avvertite che son legne fradice che vi bisogna schiappare, e considerate un po' per chi vi è domandato di scrivere. Mentre gli uni son qui sospinti dalla noja, gli altri ci vengono pieni zeppi di cibo, e, quel che è peggio, parecchi hanno pur dianzi letto la gazzetta. Tutti tirano sbadati alla nostra volta come n'andassero alle mascherate, e solo la curiosità dà ali ai loro piedi. Le dame si assettano quanto più sanno, e sfoggiate fanno spettacolo di sé per nulla. Ora, che vi state voi sognando in sulla cima del vostro parnaso? E chi è, secondo voi, che ci rallegrerà cotesta brigata? Miratali ben da presso quei nostri mecenati: parte sono di gelo, parte son ceppi: e chi dopo la commedia si promette una partita alle carte, e chi una cosa, chi l'altra; e voi vorrete, poveri pazzi, tribolare le dolci muse per simile stampa di gente?


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358