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      CONTADINI sotto il tiglio.
     
      BALLO e CANTI.
     
      Il pastorel pel ballo si fe' adorno;
      La ghirlanda de' fiori
      Ei mise al capo, e la nastriera attorno,
      E il giubboncel screziato a più colori:
      Oh, come egli era bello!
      Già sotto il tiglio era gran ragunata,
      E ballavano tutti all'impazzata.
      Oh, oh! ah, ah!
      Lìrala tàralaTìrala là!
      Ed allegro strideva il violoncello.
      Ei si cacciò nel circolo a gran fretta.
      E del gomito colse
      Ruvidamente in una forosetta,
      Che subito stizzita gli si volse,
      E disse: Questi è snello!
      Vien tu pur mo dal monte che sì soffi?
      A me simil donzelli pajon goffi.
      Oh, oh! ah, ah!
      Lìrala tàralaTìrala là!
      Non esser de' begli usi sì novello.
      Faceasi un grande dimenarsi intanto;
      A destra si ballava,
      Ballavasi a mancina e da ogni canto!
      E di man si giocava, e ne volava
      All'aria ogni guarnello.
      Soffiavan forte, al viso avean gli ardori,
      E provavan di strani pizzicori.
      Oh, oh! ah, ah!
      Lìrala tàralaTìrala là!
      E la tenea per l'ànche il cattivello.
      Vergogna! via le mani a casa! O quanti,
      Oimè, già infinocchiate
      Hanno e diserte le credule amanti!
      Con parolette amorose e melate
      Ei la traeva bel bello
      In disparte, e già udivan di lontano
      Sottesso il tiglio fervere il baccano.
      Oh, oh! ah, ah!
      Lìrala tàralaTìrala là!
      E gli strilli e il segar del violoncello.
      UN VECCHIO CONTADINO. È pur bello, signor dottore, che non abbiate oggi a sdegno di uscir fra noi: è bello il vedere un sì gran sapiente prendersi diletto fra la calca del popolo. Toglietevi adunque questo bellissimo boccale che abbiamo empito di fresco.


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358