Qui spesso io mi sono seduto solo, pensoso, macero dai digiuni e dalle orazioni, e qui, ricco di speranze e fermo nella fede io mi pensava di poter pure colle lagrime, co' gemiti e lo storcermi delle mani impetrar dal Signore la fine di quella mortalità. Ora il plauso di queste genti mi stride all'orecchio, simile ad uno scherno. O potessi tu leggere nel mio animo quanto padre e figlio siano indegni di sì fatto onore! Mio padre era un uomo da bene, ingegno corto, il quale, a fine onesto, ma alla sua guisa, almanaccava, notte e dì, intorno alla natura e l'eterno suo corso. Egli si chiudeva con alcuni addetti nella sua nera officina, e quivi con la scorta di ricette senza fine attendeva a mescere i contrari. Un lione rosso, amante senza ritegno, era maritato al giglio entro un tepido bagno, e quindi ambidue a fuoco scoperto tormentati e affaticati di talamo in talamo. Allora appariva nel vaso la giovinetta regina pezzata di vivi colori, e quella era la medicina, e i pazienti morivano, e niuno domandava chi fosse guarito; in tal modo, con diabolici lattovari, noi abbiamo per valli e per monti fatto a gara con la peste, e vintala di assai negli sterminii. Io medesimo ho dato da bere il veleno alle migliaja. Ei se ne sono iti, e a me è toccato di sopravvivere affinchè l'impudente omicida fosse esaltato.
WAGNER. Come potete voi dar luogo a simili affanni? Forse non basta che un uomo da bene eserciti in buona coscienza, e senza preterirne un sol punto, l'arte che gli fu affidata? Se da fanciullo onori tuo padre, tu hai caro di essere ammaestrato da lui; e se da uomo allarghi la scienza, tuo figlio potrà sorgere ancor più alto di te.
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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358 |
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