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      Cercati un poeta il quale con vagabonda fantasia accumuli sul tuo onorato cucuzzolo tutte le più mirabili doti: il coraggio del lione, la velocità del cervo, il bollente animo degl'Italiani e la longanimità de' settentrionali. Egli vorrà studiare il segreto, acciocché tu sii ad un tempo magnanimo ed astuto; e ti innamori coll'improvvido ardore della gioventù, e ti disnamori a tua voglia. E anch'io conoscerei volentieri un tanto personaggio, e gli porrei nome ser Microcosmo.
      FAUST. E che sono io dunque se non ho mai da poter contentare quel mio lungo, affannosissimo desiderio di essere, come a dire, la somma e la corona di ogni creatura?
      MEFISTOFELE. Tu sei alla fin fine - quello che sei. Ponti in capo una parrucca con millantamila ricci, e a' piedi degli zoccoli alti tre gran palmi, e tu rimarrai pur sempre quello che sei.
      FAUST. Ahi, ben m'avveggio che indarno ho sperato di tesoreggiare in me tutte le eccellenze dell'umana natura: allorché, stanco, io desisto dalle mie ambizioni, sento che non mi è nato dentro nessun novello vigore; io non sono ingrandito di un capello, né più prossimo di un nonnulla all'infinito.
      MEFISTOFELE. Mio buon signore, voi vedete le cose come si sogliono ordinariamente vedere da tutt'uomo: ma a noi tocca di usare miglior senno prima che la dolce vita ne s'involi. Chi ha arte ha parte. Che diavolo! mani e piedi e capo e t..., certamente son tuoi; ma ogni cosa di cui io sappia lietamente godere non è forse mia? Se io ho tanto da noleggiare sei cavalli, le forze loro non sono per avventura mie?


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





Italiani Microcosmo