Gli scolari d'ogni paese tengono gran conto di sì fatte argomentazioni, ma niuno è ancora riuscito tesserandolo. Chi vuol conoscere e descrivere alcuna cosa vivente si studia in primo luogo di metterne fuori l'anima; allora egli tiene in mano ad una ad una le parti, e, oh lasso lui! non gli manca se non il nodo vitale. Quest'è ciò che la chimica chiama encheiresis naturae, e si beffa di sé medesima, e non sa come.
LO SCOLARO. Io non ho afferrato bene.
MEFISTOFELE. Tutto vi riuscirà più chiaro, quando abbiate ben appreso a fare le riduzioni e classificazioni convenevoli.
LO SCOLARO. Io sono sì stordito da quanto ella mi dice, che mi par come di sentirmi girar nella testa una ruota di molino.
MEFISTOFELE. Appresso vi converrà darvi immantinente alla metafisica. Per essa verrete alla piena cognizione di cose che non capiranno mai in cervello umano. Se non che, e per ciò che vi cape e ciò che non vi cape, avrete sempre in pronto un parolone. Non perdete d'occhio che in questo primo semestre vi bisogna stare sottilmente sulle regole. Avrete cinque lezioni il dì, e al tocco della campana sederete al banco. Inoltre preparatevi prima ben bene di quello che avete ad udire. Studiate di per voi il manuale a casa acciò veggiate che nulla s'insegna in iscuola che non si legga in esso: e nondimeno scrivete a furia come foste sotto il dettame dello Spirito Santo
LO SCOLARO. Non fa bisogno ch'ella me lo raccomandi molto, ché ben penso quanto debba riuscir profittevole. Chi ha messo il nero in sul bianco può andarsene a casa sicuro come una rôcca.
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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358 |
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Spirito Santo
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