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      CORO (giubilando).
      Come se avesse drento
      La rabbia dell'amore.
      BRANDER. Di qua, di là egli corse;
      Dell'acqua, ovunque n'ebbe,
      E bebbe e bebbe e bebbe;
      E graffiò e rose e morse,
      Menando l'ugna e il dente,
      Ma non giovò niente.
      Fe' capriole molte,
      Dié cento giravolte;
      Era un foco, un furore,
      Un rimescolamento,
      Come se avesse drento
      La rabbia dell'amore.
      CORO. Come se avesse drentoLa rabbia dell'amore.
      BRANDER. Miser! non trova loco,
      E di bel dì in cucina
      Ecco viene, e ruina
      Capovolto nel foco.
      Oh, pietà! sulle brace
      Mette un sibilo, e giace
      E la cuoca, che tratto
      L'ha a quel partito matto,
      Pur rise; ed, Oh romore!
      Disse. Egli manda un vento
      Come se avesse drento
      La rabbia dell'amore.
      CORO. Come se avesse drentoLa rabbia dell'amore.
      SIEBEL. Ve' come que' ghiottoni se la godono! Bell'onore veramente attossicare i poveri topi.
      BRANDER. Son tanto nella tua grazia?
      SIEBEL. Oh, il pancione! la zucca pelata! il malanno lo fa dolce e manoso, ch'egli vede nel topo sgonfiato il suo ritratto al naturale.
     
      FAUST e MEFISTOFELE.
     
      MEFISTOFELE. Prima di ogni altra cosa bisogna ch'io ti faccia entrare in una sollazzevole brigata, affinchè tu veggia quanto sia facile il darsi lieta vita. Per costoro ogni dì è festa; e con poco cervello e grande ilarità ballano in giro entro un piccolo cerchio come gattini che giuocano con la lor coda: e se non hanno il mal di capo, e l'oste fa loro credenza, ei sono senza fastidi.
      BRANDER. Son giunti di poco in città, te ne avvedi subito da quella loro strana maniera.


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358