(Alto.) Stieno bene, signore.
MARGHERITA. Stia bene.
MARTA. Oh, mi dica un po'. Io vorrei avere una testimonianza del come, del quando e del dove mio marito è morto e fu sepolto. Sono sempre stata in ogni mia cosa accuratissima, e avrei caro che la sua morte fosse annunziata nelle gazzette.
MEFISTOFELE. Sì, mia buona signora; due testimoni bastano in qualsivoglia caso e luogo a mettere in chiaro la verità. Ho meco un accorto compagno ch'io produrrò innanzi il giudice per voi. Lo condurrò qui, se permettete.
MARTA. Deh, fate la bontà!
MEFISTOFELE. E saravvi anche la signorina? È un bello ed elegante giovane, che ha molto viaggiato, e in corteggiare le damigelle non ha il suo secondo.
MARGHERITA. Io arrossirò dinanzi a lui.
MEFISTOFELE. Dinanzi a nessun re della terra.
MARTA. Vi aspetteremo stasera nel mio giardino, qua dietro la casa.
Una via
FAUST e MEFISTOFELE.
FAUST. Che n'è? Avanzasi? ne verrem presto a capo?
MEFISTOFELE. Bravo! io vi trovo infervorato; e Ghita è vostra fra poco. Stasera la vedrete in casa di Marta la vicina, che per una ruffiana e una strega la è dessa.
FAUST. Egregiamente!
MEFISTOFELE. Ma e da noi pure si richiede qualche cosa.
FAUST. Un servigio vuole un servigioMEFISTOFELE. Faremo buon testimonio che le ossa di suo marito riposano in Padova in luogo sacro.
FAUST. Capperi, tu se' accorto! avrem dunque da fare il viaggio prima.
MEFISTOFELE. Santa simplicitas! Nulla è da fare; testificate, e non vogliate saperne più innanzi.
FAUST. Se non sai trovare altro partito, noi siamo spediti.
| |
Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358 |
|
|
Alto Stieno Ghita Marta Padova
|