MARGHERITA. Però tu non ci credi.
FAUST. Non mi fraintendere, mio dolce amore! Chi osa nominar Dio, e dire: Io credo in esso? E chi può aver animo che sente, e attentarsi di dire: Io non credo in esso? nel comprenditore e sostentatore di tutte le cose? - E non comprende e sostiene egli te, me, sé medesimo? Non s'inarca lassù il cielo? Non si stende quaggiù salda la terra? E non sorgono amicamente arridendoci dall'alto, le stelle immortali? Non raggia il mio occhio nel tuo occhio? Non tutte le cose si traggono verso la tua mente e il tuo cuore, e vivono e si rivolvono in eterno mistero - visibili od invisibili - intorno a te? E tu riempi di questo ineffabile portento il tuo petto, e se ti senti allora pienamente beata, nominalo come tu vuoi: dillo felicità! dillo cuore! Amore! Dio! Io non ho alcun nome per esso. Sentire è tutto; e non è il nome altro che suono ed ombra che offusca lo splendore che ne viene dal cielo.
MARGHERITA. Belle e savie cose son queste: e a un bel circa dice il medesimo anche il parroco, benché in parte con altre parole.
FAUST. Questo dicono tutti i cuori, in tutte le contrade, sotto il vital raggio del giorno; ciascuno in suo linguaggio; e perché non io nel mio?
MARGHERITA. A intenderla così, parrebbe in vero che tu non dicessi male, ma ci rimane pur sempre non so che di torto, perché tu non sei buon cristiano.
FAUST. Viscere mie!
MARGHERITA. E da un gran tempo anche mi accora il vederti tener pratica con quell'uomo.
FAUST. Che vuoi tu dire?
MARGHERITA. Quell'uomo che hai sempre a lato, m'è odioso fino all'anima.
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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358 |
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Dio
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