- Aria!
LO SPIRITO MALEFICO. Nasconditi! Il peccato e l'ignominia non rimangono nascosti. Aria, tu dici? Luce? Guai, guai a te!
CORO. Quid sum miser tum dicturus?
Quem patronum rogaturus?
Cum vix justus sit securus.
LO SPIRITO MALEFICO. I glorificati ritorcono da te le loro facce; i mondi di cuore inorridiscono di stenderti la mano. Ahi, te trista!
CORO. Quid sum miser tum dicturus?
GHITA. Signora, la vostra ampolletta da odore. (Sviene.)
La notte di Valpurga
Montagne dello Harz, paese di Scirke ed Elend.
FAUST e MEFISTOFELE.
MEFISTOFELE. Non ti vien voglia di un manico di granata? Io per me mi desidero il più nerboruto dei becchi; che da qui a lassù è da camminare ancor molto.
FAUST. Finch'io mi sento bene in gambe ho abbastanza di questo nocchioso bastone. E che giova voler accorciare la via? Io godo dell'andarmi aggirando per le tortuosità della valle, e inerpicarmi quindi su per le rupi d'onde si versano l'eterne sorgenti dei ruscelli; questo mi alleggerisce la noja di una simile andata. Già le betulle si ravvivano all'alito di primavera, e par che se ne senta anche il pino; - e perché non ne verrebbe vigore anche alle nostre membra?
MEFISTOFELE. In verità io non ne ho un sentore al mondo; sono una natura invernale, e vorrei piuttosto neve e ghiaccio sul mio cammino. Guarda come sorge lenta la luna fra quegli infuocati vapori! Come è mesto il lume della sua logora faccia! Fa sì poco chiaro che a ciascun passo vai a dare del capo in un albero o in una rupe. Però non ti rincresca ch'io domandi in nostro ajuto un fuoco fatuo.
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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358 |
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Quid Quid Sviene Valpurga Harz Scirke Elend
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