Ivi se ne va via serpendo per la valle, diramata in cento rigagnoli, e là oltre, s'ingorga e frange giù tra i macigni. Qui da presso piovigginano scintille, simili a sparnicciata arena d'oro. - Ma guarda, come quella petrosa giogaja si affuoca tutta lunghesso la cima!
MEFISTOFELE. Non ti pare che il nostro Mammone abbia superbamente illuminato la sua reggia per simil festa? O tua gran ventura che hai veduto questo! Parmi già udire il furibondo accorrere dei convitati.
FAUST. Come imperversa la procella per l'aria! e che fieri buffi mi da dietro nella coppa!
MEFISTOFELE. Ghermisci i vecchi scheggi di quella rupe, che il turbine non ti rovini giù nel profondo. Una grossa nebbia raddensa la notte. Odi risonare di grandi scrosci la foresta, e i gufi svolazzare di qua e di là pieni di spavento! Odi scheggiarsi le colonne di questi palagi di eterna verdura; - odi il cigolare e il frangersi dei rami; il violento squassarsi dei tronchi, lo svellersi e lo squarciarsi delle radici! E rami e tronchi e ceppi s'intralciano, si avviluppano, si dirompono, e mirando vanno giù ad accatastarsi nei fondi declivi del monte, dove fra i loro rottami ulula e sibila il vento. Odi tu voci su in alto? - di lontano? - da presso? Sì certo tutta la montagna risona di un tempestoso magico canto!
STREGHE in coro.
Traggono al Broken le Streghe in masnade.
La stoppia è gialla ed è verde la biada.
Sovra la cima è il solenne ridotto;
Là siede Uriano sul sasso dirotto.
Vassi per greppe, per bronchi e per stecchi.
Le streghe t-o, putano i becchi.
| |
Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358 |
|
|
Mammone Broken Streghe Uriano
|